E’ morto nella notte, tra il 2 e 3 Aprile 2009, a Cagliari, all’eta’ di 88 anni, Armandino Corona, ex uomo politico e imprenditore ma, soprattutto, gran maestro della massoneria. Si e’ spento nell’ospedale Santissima Trinita’ dopo il ricovero, in gravi condizioni, nel reparto di gastroenterologia. Corona, notissimo in Sardegna, divenne famoso in Italia quando, presidente della Corte Centrale, supremo organo di giustizia della massoneria, istrui’ e porto a termine il processo contro Licio Gelli, che venne condannato ed espulso dalla massoneria e Grande Oriente d’Italia.
Nato a Villaputzu, nel Cagliaritano, il 3 aprile 1921, Corona inizio’ la carriera politica nel suo paese come consigliere comunale. Dopo una iniziale simpatia per il Psd’Az, aderi’ al Partito repubblicano dove milito’ per gran parte della sua vita fino ad avvicinarsi, negli ultimi anni, a Forza Italia. E’ stato consigliere regionale tre volte dal 1969 al 1984 e, dal 1977 al 1979, assessore regionale agli Affari Regionali, carica oggi ricoperta, nella giunta guidata da Ugo Cappellacci, dalla figlia Ketty. Nel 1981, Armandino Corona venne eletto, unico repubblicano nella storia dell’autonomia sarda, presidente del Consiglio regionale. Nel Pri ricopri’ diverse cariche per diventare segretario regionale e membro della segreteria e del consiglio nazionale del partito.
Considerato da sempre uomo di potere, ritiratosi dalla politica attiva, Corona ha trascorso gli ultimi anni della sua vita dedicandosi alle diverse attivita’ imprenditoriali curate dai figli.